lunedì 16 dicembre 2013

IL FORO STENOPEICO

Si tratta di un foro applicato su una scatola o su un qualunque contenitore in cui non entra la luce e il quale interno è completamente oscurato. Con questo possiamo capire il concetto del principio ottico su cui si basa qualunque apparecchio fotografico: l'immagine all'interno del contenitore viene riprodotta capovolta e invertita. Per mettere in pratica il principio ottico in classe abbiamo realizzato un foro stenopeico su un vecchio contenitore di biscotti. Il foro è proporzionato in base alla distanza tra questo e la parte interna sulla quale andrà a riflettersi l'immagine ripresa. Su questa facciata andremo a fissare un foglio di carta fotosensibile per realizzare una vera e propria riproduzione della realtà ovvero una fotografia, così facendo abbiamo formato un "meraviglioso concatenamento", espressione utilizzata nel 1866 dallo scrittore e divulgatore scientifico Louise Figuier volendosi riferire all'unione del principio ottico (foro stenopeico) alla fotosensibilità dei sali d'argento (annerimento dei sali d'argento colpiti dalla luce) i quali hanno portato alla nascita della fotografia. Per scattare la fotografia con il nostro contenitore abbiamo portato il tempo di esposizione ad un minuto. Dopo di che siamo andati in camera oscura  per sviluppare il negativo della nostra foto immergendola nei bagni di sviluppo, arresto e fissaggio; non contenti abbiamo voluto sviluppare il positivo della foto: il materiale di cui ci siamo serviti è stata una lampada con interruttore a portata di mano, un foglio di carta fotosensibile, una piccola lastra di vetro e il negativo ottenuto inizialmente. Dopo di che abbiamo proceduto in questo modo: per prima cosa abbiamo posizionato sotto la lampada ancora spenta il foglio di carta fotosensibile, appoggiato su questo in negativo capovolto e sopra a quest'ultimo la lastra di vetro. Dopo aver effettuato qualche prova abbiamo stabilito che il tempo ottimale di esposizione alla luce era di circa 7 secondi: accendendo la luce questa viene lasciata passare dalle parti chiare del negativo, mentre quelle annerite hanno lasciato passare una minima parte di luce, così facendo alla fine dell'esposizione avremo ottenuto una fotografia con i colori invertiti, abbiamo creato il nostro positivo.
Subito dopo l'esposizione la foto appare ancora bianca, in realtà latente. Andremo quindi a svilupparla immergendola sempre nei liquidi di sviluppo, arresto e fissaggio. Alla fine di questo lungo processo abbiamo finalmente ottenuto il positivo, la vera e propria fotografia scattata, capovolta ed invertita di posizione, ed invertita di toni rispetto al negativo.

Risultato finale: Positivo

Risultato iniziale: Negativo

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